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Europa, avamposto militare degli USA

Europa, avamposto militare degli USA

Autore: Il Direttore - Emilia Urso Anfuso
Data: 04/07/2015 17:58:00

Una proposta giunta in queste ore dal Ministro Madia, fa riflettere su come l’Italia e l’Europa si stiano velocemente uniformando agli USA, sia per ciò che riguarda il tessuto socio politico sia per quanto concerne un nuovo trend, sconosciuto negli ultimi decenni dell’Europa non belligerante, che ci fa apparire neo guerrafondai in perfetto stile USA.

La proposta della Madia, intende diversificare nettamente le persone, in special modo giovani, laureate a seconda dell’ateneo di appartenenza. In pratica la Madia propone che, quando viene effettuata una selezione per un posto di lavoro nella pubblica amministrazione, sia tenuto in buona considerazione il nome dell’Ateneo in cui il candidato si è laureato. Ciò significa che, se sei figlio di genitori benestanti e puoi sfoderare un pezzo di carta griffato Bocconi o Luiss, hai le porte spalancate. Se sei uno sfigato ed è già tanto se la tua famiglia ha potuto sostenere i tuoi studi universitari in uno dei tanti atenei meno ambiti sul territorio nazionale, sarai “scremato” o meglio, avverrà la selezione della specie.

Nelle specie animali, la selezione giova a mantenere in vita una tipologia di animale. Nella specie umana, si chiama “discriminazione sociale”. Tutta targata pseudo centro sinistra.

Sono strategie che, goccia dopo goccia, proposta dopo proposta, Legge dopo Legge, ci stanno uniformando quanto più possibile a quella che è una realtà extraeuropea che, di fatto, è l’unica potenza mondiale che dirige le danze in tutto il mondo occidentale e continua a guerreggiare con buona parte del mondo orientale.

I “democratici” States, quelli che detengono il copyright delle “guerre di pace”, quelli che mentre sono in guerra contro mezzo mondo si aggiudicano il Nobel per la pace, quelli che hanno creato la prigione di Guantanamo, un territorio fantasma sull’Isola di Cuba, dove vengono testate le peggiori pratiche di tortura con la scusa di sconfiggere il fantasma di un terrorismo internazionale che non si capisce più a chi faccia capo, quelli insomma che dietro la facciata liberal democratica sconvolgono da oltre un secolo la vita delle popolazioni, ci stanno imponendo di piegarci totalmente ai propri diktat e lo fanno, facendo credere a tutti che queste imposizioni, per quanto riguarda noi, ci giungano dall’Europa.

L’Europa, come gli Stati Uniti, è una fittizia unione di Stati. Gli Stati membri europei sono uniti solo sulla carta, esattamente come accade negli USA. 28 Stati membri in Europa, con 28 diverse regolamentazioni legislative interne, diverse tipologie di governo, in alcuni casi diverso sistema economico e di valuta.

50 Stati in territorio statunitense, dissimili fra loro per le stesse ragioni appena descritte. In alcuni Stati USA vige ad esempio la pena di morte. In altri è illegale la detenzione di armi per uso personale. E così via.

L’unione, in casi come gli USA o l’Europa, serve strategicamente ad avere un territorio maggiormente diffuso. Nient’altro. E’ come rimarcare la propria potenza mostrando la grande diffusione territoriale. Per il resto, di unito rimane poco.

E’ invece unificato il potere. Che resta ormai da tempo immemore nelle mani dell’egemone USA.

Un potere che ha radici antiche, che si fonda su lobby d’incredibile potenza che hanno nomi che ormai sono entrati a far parte del quotidiano della gente comune, come Bilderberg Group o Trilateral o CFR o Club di Roma.

Pensate per caso che il Presidente statunitense, in questo caso Obama, venga spesso a trovarci in Europa e faccia anche il giro degli Stati europei, per pura simpatia o affetto nei nostri confronti? No. Viene, vede, verifica, propone e impone. Cosa? Regole. Acquisto di armamenti. Strategie militari. Strategie economiche e politiche.

Si sappia ad esempio, che la Grecia di cui tanto si sta parlando per il ventilato default che si attende ormai avvenga da cinque anni ma che probabilmente non avverrà per i motivi che ho spiegato in questo mio editoriale, ha subito l’imposizione dell’acquisto di grandi quantità di armamenti proprio negli anni di maggior crisi politica ed economica. Esattamente la stessa cosa imposta all’Italia, e non si parla solo dei famigerati F35 ma anche di cannoni semoventi e di Gulfstream, le “Ferrari del cielo”, Jet militari di ultimissima generazione made in USA. Non basta. In Europa abbiamo dovuto approvvigionarci anche di altri giocattoli mortali come navi da guerra, sottomarini e satelliti spia. Manco dovessimo dichiarare guerra al resto del mondo.

Parallelamente, gli USA hanno calato di molto le spese per acquisti bellici. Un risparmio notevole, pari a 150 miliardi. D’altronde la convenienza è far armare gli Stati più vicini ai nemici americani piuttosto che armare i lontani Stati Uniti. Strategia militare ed economica, che accresce ancor più il potere unipolare d’oltreoceano.

Così, noi in Europa ci indebitiamo e facciamo la parte di quelli che non sanno gestirsi economicamente e politicamente, e gli USA, che hanno tutto l’interesse di farci diventare l’avamposto belligerante grazie o a causa della nostra invidiabile posizione territoriale che si affaccia tutta sui “nemici degli USA”, fanno la parte della potenza unica mondiale.

Allo stesso tempo, febbrili trattative sono in corso fra USA ed Europa per ciò che riguarda la minaccia nucleare russa. Putin ha un consistente numero di armi nucleari e uno dei più grandi desideri degli USA sarebbe quello di usare alcune ppsizioni strategiche del continente europeo per piazzarci la controffensiva nucleare da usare contro Putin se la situazione dovesse precipitare. Questo è ancora un grande punto a nostro favore. Abbiamo nelle mani un valore molto alto per continuare ad avere ampi margini di contrattazione con la potenza statunitense che sa di non poterci imporre più di tanto il suo potere. E’ il gioco politico e militare degli equilibri.

In tutto ciò, oggetto di tutti questi movimenti e strategie, è il potere economico e politico che consente di continuare a vincere a una sola potenza il terzo conflitto mondiale che è in atto da circa 10 anni ma che essendo in buon parte intangibile, non solleva l’interesse generale delle popolazioni, abituate a dichiarazioni di guerra con tanto di accordi da firmare e comunicazioni ufficiali.

Purtroppo, pur essendo un conflitto mondiale intangibile, ciò non significa che si evitino vittime umane, che non sono quantificabili dal momento che oggi si muore di crisi, di negazione dei diritti umani, di dissesto sociale, di suicidio per fallimento d’impresa, per cure sanitarie negate.

Chi può tenere un conto simile costantemente aggiornato? Come addossare ufficialmente queste vittime a un conflitto mondiale intangibile? Hanno vinto in ogni caso. Sulle popolazioni. E’ cambiato poco per le vittime, malgrado le armi oggi siano diverse. La propaganda europea continuerà a far credere alle popolazioni degli Stati membri che i diktat giungono da Bruxelles e intanto persino Tsipras è una pedina nello scacchiere della grande terza guerra mondiale intangibile dichiarata dagli USA al mondo intero. Avamposto militare degli USA siamo e resteremo. A meno che, le trattative convergano tutte verso la Russia, ma non vi sono troppi elementi che lo facciano anche solo dubitare. E nemmeno motivi che possano far pensare che sarebbe la scelta migliore. Siamo fra l’incudine e il martello e in ogni caso, caschiamo male.


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